Formazione degli adulti, la rilevazione Istat

Pubblicato Venerdì, 19 aprile 2024

Nel 2022, poco più di un terzo degli individui tra i 25 e i 64 anni ha partecipato ad attività di istruzione e formazione. Il tasso di partecipazione italiano è più basso di quello medio europeo di quasi 11 punti percentuali. I dati sono riportati nella rilevazione Istat sulla Formazione degli adulti in Italia, indagine svolta tra settembre 2022 e gennaio 2023, che raccoglie dati riferiti al periodo ottobre 2021-dicembre 2022. 

Nella fascia 18-24 anni il 31% non partecipa a corsi di istruzione o formazione, contro il 20,2% della media europea. Quasi l’80% dei 25-64enni che non si formano non ha interesse a farlo e per gli altri sono spesso i costi elevati a frenare la partecipazione (nel 23,7% dei casi contro il 13,7% della media Ue27).

La partecipazione degli adulti a percorsi di istruzione e formazione risulta molto legata alle caratteristiche socio-demografiche come l’età, il livello di istruzione, il background familiare, la condizione occupazionale e professionale. L’età, in particolare, gioca un ruolo determinante poiché la partecipazione alle attività di apprendimento mostra un andamento decisamente decrescente con il passare degli anni. Tale andamento si osserva anche negli altri Paesi europei, sebbene su livelli e con dinamiche differenti.

Una variabile importante è anche la condizione occupazionale: i disoccupati (18-74 anni) accedono in misura decisamente minore alle attività formative (20,5%) rispetto agli occupati (44,1%), così come gli occupati in professioni a bassa qualifica rispetto a chi svolge professioni più qualificate (62,6% per dirigenti, imprenditori e liberi professionisti contro il 24,6% per lavoratori a bassa qualifica). 

Tra gli occupati la partecipazione formativa delle donne è più elevata (47,5% a fronte del 41,6% tra gli uomini). Tale risultato è sintesi della maggiore partecipazione femminile tra i livelli professionali medio-alti e della minore partecipazione tra le operaie e le occupate in professioni a bassa qualifica (22,9% per le donne e 29,7% per gli uomini) e tra le disoccupate (18,8% per le disoccupate rispetto al 22,6% per i disoccupati). Le disoccupate o le occupate con profili a bassa qualifica che non hanno fatto alcun tipo di formazione dichiarano più spesso degli uomini di non averlo fatto a causa dei costi e delle responsabilità familiari.

In Italia si registrano dati sopra la media europea per quel che riguarda l’apprendimento informale, in particolare tra le donne. Il 67,7% delle persone di 18-69 anni ha svolto attività di formazione informale, caratterizzate da modalità di apprendimento poco strutturate, gestite direttamente e autonomamente dall’interessato e volte ad acquisire nozioni e competenze su argomenti di interesse personale.

A qualunque età, la modalità di apprendimento informale più diffusa è attraverso supporti elettronici (smartphone, personal computer, ecc.): la quota supera il 90% tra i giovani, ma anche tra i più anziani raggiunge il 75,4%. La facilità di utilizzo di tali strumenti rende praticamente universale l’accesso alla conoscenza, pur comportando, come noto, rischi legati alla scarsa capacità di distinguere l’attendibilità delle fonti e dei contenuti informativi.

L’Indagine sulla formazione degli adulti (Adult Education Survey – AES) viene svolta periodicamente da tutti i Paesi dell’Unione europea – in base a specifici regolamenti che ne definiscono contenuti e modalità di rilevazione – e rappresenta una delle fonti principali di dati sulla partecipazione degli adulti ad attività di istruzione e formazione. I dati, prodotti in modo armonizzato, sono confrontabili a livello internazionale. 

In base alla Classificazione internazionale delle attività di apprendimento (CLA)ii vengono rilevate tutte le attività (percorsi di istruzione, formazione professionale, apprendistato, autoapprendimento) purché siano intenzionali (ossia non accidentali o casuali). Sono prese in esame le attività formali (corsi di istruzione e formazione scolastici, universitari e simili che rilasciano un titolo di studio o una qualifica professionale); non formali (attività che non rilasciano un titolo di studio o una qualifica professionale, ma sono comunque svolte in modo organizzato, con un orario, un luogo di svolgimento e un insegnante/tutor); informali (attività di apprendimento intenzionali, ma non organizzate né strutturate).

Per maggiori dettagli, consulta il report Istat “La formazione degli adulti – 2022”.