Invalsi 2024, i dati sul sistema di istruzione

Pubblicato Martedì, 23 luglio 2024

La riduzione della dispersione scolastica è tra i dati più incoraggianti rilevanti nel Rapporto nazionale "Le prove Invalsi 2024", indagine che ha coinvolto circa 1 milione di allievi e allieve della scuola primaria (classe II e classe V), circa 570.000 studenti e studentesse della scuola secondaria di primo grado (classe III) e più di 1 milione di studenti e studentesse della scuola secondaria di secondo grado.

Lo studio offre una fotografia del nostro sistema di istruzione attraverso un panorama di informazioni articolato sull’anno scolastico da poco concluso, da cui si registra, principalmente, un miglioramento sin dalla scuola primaria del rendimento degli studenti, si riduce il divario Nord-Sud e diminuisce la percentuale della dispersione scolastica, sia implicita sia esplicita.

La dispersione scolastica, visto il legame che presenta con fenomeni di marginalità economica e sociale, è un tema particolarmente indagato: nonostante i valori registrati siano ancora alti, l’Italia sta conseguendo risultati importanti passando da oltre il 25% all’inizio del secolo al 10,5% del 2023, dato recentemente reso pubblico da ISTAT. Inoltre, Invalsi stima che, se si prendono in considerazione solo le prime età di riferimento (18-20 anni) per il calcolo della dispersione scolastica (18-24 anni), non solo può considerarsi raggiunto il traguardo posto dal PNRR per il 2025 (10,2%), ma è da ritenersi molto vicino anche quello identificato dalla Commissione europea per il 2030 (9%).

I dati prendono, inoltre, in considerazione anche la dispersione scolastica “implicita o nascosta” (studenti che, pur raggiungendo il diploma d'istruzione superiore, mostrano gravi carenze nelle competenze di base e non raggiungono i traguardi minimi di preparazione previsti per il loro percorso di studio): in questo caso, se nel 2019 la dispersione scolastica implicita si attestava al 7,5%, i dati relativi al 2024 della scuola secondaria di secondo grado, registrano la dispersione scolastica implicita al 6,6%, raggiungendo a livello nazionale il valore più basso da quando è iniziata la sua rilevazione (2019).

Il Rapporto Invalsi registra, poi, un aumento del livello di competenze, che consente quindi di poter pensare al sistema scolastico realmente inclusivo, cioè di aumentare il numero di giovani che conseguono risultati buoni o elevati.

Resta elemento di attenzione l’eterogeneità degli esiti che permane a livello territoriale: rimangono, infatti, i divari territoriali, non solo tra Nord e Sud, ma anche all’interno dei territori che tipicamente hanno esiti migliori, questo anche a fronte di un generalizzata crescita in tutte le aree del Paese di misure di contrasto alle differenze.


Per maggiori informazioni, consulta il Rapporto nazionale “Le prove Invalsi 2024”.