Censis, lo stato del Paese nel 58° Rapporto

Pubblicato Lunedì, 09 dicembre 2024

Intrappolati nella sindrome italiana, la continuità nella medietà. Anche la spinta propulsiva verso l’accrescimento del benessere si è smorzata. Negli ultimi vent’anni (2003-2023) il reddito disponibile lordo pro-capite si è ridotto in termini reali del 7,0% e nell’ultimo decennio (tra il secondo trimestre del 2014 e il secondo trimestre del 2024) anche la ricchezza netta pro-capite è diminuita del 5,5%. L’85,5% degli italiani ormai è convinto che sia molto difficile salire nella scala sociale.

È questa la fotografia che il Censis ci offre nel suo 58° Rapporto sulla situazione sociale del Paese, presentato a Roma, lo scorso 6 dicembre.

In generale oltre al disincanto per l’ascesa economica e sociale, il Rapporto registra una disaffezione ai valori sociali costitutivi del passato: democrazia, partecipazione, europeismo, atlantismo. Inoltre la mancanza di conoscenze di base rende i cittadini più disorientati e vulnerabili e a rischio di permanere stereotipi e pregiudizi. Per quanto riguarda il sistema scolastico, ad esempio, non raggiungono i traguardi di apprendimento in italiano: il 24,5% degli alunni al termine delle primarie, il 39,9% al termine delle medie, il 43,5% al termine delle superiori. 

Sul fronte del lavoro, nonostante i segnali non incoraggianti circa l’andamento del Pil, il numero degli occupati si è attestato a 23.878.000 nella media dei primi sei mesi dell’anno, con un incremento di un milione e mezzo di posti di lavoro rispetto all’anno nero della pandemia e un aumento del 4,6% rispetto al 2007. Ma la distanza tra il tasso di occupazione italiano (siamo ultimi in Europa) e la media europea resta ancora significativa: 8,9 punti percentuali in meno nel 2023. Sul fronte previdenziale, il 75,7% pensa che non avrà una pensione adeguata quando lascerà il lavoro. In particolare, è l’89,8% dei giovani ad avere questa certezza.

Nel 2023 la quota di figure professionali di difficile reperimento rispetto ai fabbisogni delle imprese è arrivata al 45,1% del totale delle assunzioni previste (era pari al 21,5% nel 2017). È aumentato soprattutto il peso delle figure difficili da reperire per esiguità dei candidati: dal 9,7% del totale delle assunzioni previste nel 2017 al 28,4% nel 2023. Tra gli under 29 anni, sono di difficile reperimento per esiguità dei candidati il 34,1% delle professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione e il 33,3% delle professioni tecniche. 

 

Per maggiori informazioni consulta il 58° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese.